Il dolore all’inguine, comunemente chiamato pubalgia, è un disturbo che può colpire chiunque, non solo gli atleti. Sebbene sia particolarmente frequente tra coloro che praticano sport che richiedono movimenti rapidi e cambi di direzione, la pubalgia può interessare anche persone che svolgono attività fisiche meno intense o addirittura coloro che conducono uno stile di vita sedentario.

Le cause della pubalgia sono molteplici e spesso complesse, rendendo la diagnosi un processo delicato. Le lesioni ai muscoli e ai tendini della zona inguinale, le infiammazioni articolari e, in alcuni casi, condizioni sistemiche più generali possono essere alla base di questo disturbo.

In questo articolo, esploreremo le diverse cause della pubalgia, i metodi utilizzati dai fisioterapisti e dagli osteopati per valutare questa condizione e come distinguere la pubalgia da altre patologie che possono causare dolore simile.

Classificare il dolore per curarlo meglio: l’accordo di Doha

Per fare chiarezza su questa complessa problematica, la comunità scientifica ha elaborato un sistema di classificazione del dolore all’inguine, noto come “Accordo di Doha”. Questo sistema divide il dolore inguinale in quattro categorie principali, ognuna caratterizzata da sintomi specifici e test diagnostici mirati. In questo modo, è possibile identificare con maggiore precisione la causa del problema e pianificare un trattamento personalizzato ed efficace. L’obiettivo è quello di migliorare la comunicazione tra i professionisti della salute e di ottimizzare la gestione del dolore all’inguine, sia per gli atleti che per le persone comuni. Vediamo insieme la classificazione.

1. Dolore legato agli adduttori: un classico della pubalgia

Una delle cause più comuni di dolore all’inguine è legata ai muscoli adduttori della coscia. In particolare, il dolore si concentra spesso all’inserzione di questi muscoli sull’osso pubico, proprio dove si uniscono le due metà del bacino. Chi soffre di questo tipo di problema avverte solitamente un dolore intenso nella parte interna della coscia, che può irradiarsi verso l’inguine. Per confermare questa diagnosi, il fisioterapista o il medico specialista eseguiranno una serie di test specifici, come la palpazione dell’area dolente e la resistenza contro la contrazione degli adduttori. In caso di sospetto di lesioni più gravi, come una rottura del tendine o un’avulsione muscolare, potrebbe essere necessario ricorrere a esami di imaging, come l’ecografia o la risonanza magnetica, per visualizzare in modo più preciso la zona interessata.

2. Dolore all’ileo-psoas: un problema profondo

Un’altra causa frequente di dolore all’inguine è legata al muscolo ileo-psoas, un muscolo profondo che collega l’anca alla colonna vertebrale. Il dolore in questo caso si localizza spesso nella parte anteriore e laterale della coscia, vicino all’inguine, e può irradiarsi verso l’anca. Per diagnosticare un problema all’ileo-psoas, si valuterà la zona attraverso la palpazione con dei test specifici, come la resistenza contro la flessione dell’anca o lo stretching del muscolo stesso. In caso di dolore persistente o di sospette lesioni, potrebbe essere necessaria una risonanza magnetica per visualizzare in modo più preciso la zona e identificare eventuali lesioni muscolari o tendinee.

3. Dolore pubico: un problema osseo

Il dolore pubico si localizza direttamente nell’area della sinfisi pubica, ovvero l’articolazione che unisce le due ossa del bacino. Questo tipo di dolore si presenta spesso come una sensazione dolorosa e localizzata, che può essere accentuata da determinati movimenti o posizioni. Per diagnosticare il dolore pubico, il medico o il fisioterapista eseguiranno una palpazione accurata della zona. In casi di dolore cronico o persistente, potrebbe essere necessaria una risonanza magnetica per identificare eventuali alterazioni ossee o infiammazioni della sinfisi pubica, condizioni che possono indicare uno stress eccessivo sull’articolazione o un’osteite pubica.

4. Dolore inguinale profondo: un mistero da svelare

Alcune persone sperimentano un dolore vago e profondo nell’area inguinale, spesso aggravato da attività come la tosse, gli starnuti o lo sforzo. Questo tipo di dolore può essere difficile da localizzare con precisione e non è sempre associato a un’ernia inguinale palpabile. Per indagare questa condizione, si effettueranno una serie di test, come la palpazione della zona inguinale e la resistenza dei muscoli addominali. In alcuni casi, potrebbe essere richiesta un’ecografia per escludere la presenza di un’ernia e identificare altre possibili cause del dolore, come infiammazioni o piccole lesioni muscolari.

Quando il dolore inguinale nasconde qualcosa di più: i red flags

La pubalgia può avere diverse cause, e non sempre è legata a problemi muscolari o tendinei. È fondamentale, quindi, saper come distinguererla da altre patologie più gravi. Alcuni segnali d’allarme, come febbre, perdita di peso inspiegata, dolori notturni intensi e persistenti o difficoltà urinarie, potrebbero indicare la presenza di malattie più serie, come tumori o infezioni. In questi casi, è indispensabile un approfondimento diagnostico con esami specifici, per escludere patologie sistemiche e individuare eventuali lesioni ossee o vascolari.

Oltre la pubalgia: altre possibili cause del dolore

Il dolore all’inguine non è sempre causato da problemi ai muscoli o ai tendini della zona. Spesso, il dolore può irradiarsi da altre aree del corpo, come la colonna lombare o l’articolazione sacroiliaca. Per questo motivo, è importante effettuare un’anamnesi accurata e sottoporsi a test specifici, come il test di sollevamento della gamba tesa, che può aiutare a identificare problemi alla colonna lombare. Un’attenta valutazione clinica permette di differenziare la pubalgia da altre patologie e di indirizzare il paziente verso il trattamento più appropriato.

Per concludere, un approccio basato sull’evidenza scientifica è fondamentale per la gestione efficace del dolore inguinale. La classificazione di Doha rappresenta un importante passo avanti in questo senso, fornendo un quadro clinico preciso e condiviso a livello internazionale. L’anamnesi, l’esame obiettivo e gli esami di imaging, integrati con le più recenti evidenze scientifiche, permettono di formulare una diagnosi accurata e di scegliere il trattamento più efficace. In questo modo è possibile ridurre i tempi di recupero e prevenire ricadute.


LEGGI DI PIÙ SU QUESTO ARGOMENTO

Trattamento osteopatico

La fisioterapia è dolorosa?

Benefici dell’osteopatia per il dolore lombare

Cos’è l’osteopatia?

Chatta
Ciao 👋
Come posso aiutarti oggi?