Il polso, articolazione complessa e delicata, è il punto di incontro tra avambraccio e mano, e svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana. Le sue molteplici funzioni, dalla presa alla flessione, lo rendono un elemento chiave per l’esecuzione di gesti semplici e complessi. Un esame obiettivo accurato del polso è pertanto indispensabile per il fisioterapista e l’osteopata, in quanto permette di individuare precocemente eventuali disfunzioni e di impostare un trattamento mirato ed efficace.

L’anamnesi: ascoltare il corpo

Prima di procedere all’esame obiettivo, è fondamentale raccogliere un’anamnesi dettagliata del paziente. Questa fase prevede un colloquio approfondito durante il quale il professionista cerca di comprendere la natura del disturbo, la sua evoluzione nel tempo e i fattori che lo aggravano o lo alleviano. Domande sulla localizzazione del dolore, sulla sua intensità e sulla sua irradiazione, oltre a informazioni su eventuali traumi pregressi o patologie concomitanti, sono fondamentali per formulare delle ipotesi diagnostiche preliminari.

1. l’ispezione: un primo impatto visivo

L’ispezione visiva del polso è il primo passo dell’esame obiettivo. Il fisioterapista osserva attentamente l’arto superiore, valutando l’atteggiamento posturale del paziente, la presenza di eventuali arrossamenti, gonfiori o deformazioni. Alcune deformità tipiche, come la mano a griffe o la mano ad artiglio, possono fornire importanti indizi sulla natura del problema.

2. la palpazione: alla ricerca di segni occulti

La palpazione del polso permette di apprezzare la temperatura dei tessuti, la presenza di punti dolorosi, di ispessimenti tendinei o di noduli. Il professionista esplora delicatamente l’articolazione, cercando di individuare eventuali zone di iperalgesia o di limitazione al movimento.

3. la mobilità articolare: misurare il movimento

La valutazione della mobilità articolare è essenziale per determinare l’ampiezza dei movimenti del polso e individuare eventuali riduzioni o blocchi. Il fisioterapista misura i gradi di flessione, estensione, deviazione radiale e ulnare, confrontando i valori ottenuti con quelli normali.

4. la forza muscolare: quantificare la potenza

La forza muscolare viene valutata attraverso test manuali o utilizzando strumenti specifici, come il dinamometro. Il professionista verifica la forza dei muscoli flessori ed estensori del polso, identificando eventuali deficit che possono compromettere la funzionalità dell’arto.

I test speciali: indagini specifiche

Per approfondire la diagnosi e confermare le ipotesi formulate in precedenza, il fisioterapista può eseguire una serie di test speciali, specifici per alcune patologie del polso. Questi test permettono di valutare la presenza di irritazioni tendinee, di “intrappolamenti” nervosi o di instabilità articolare.

Conclusioni: un approccio integrato

L’esame obiettivo del polso è una procedura fondamentale per la diagnosi e il trattamento delle patologie dell’arto superiore. Una valutazione accurata, che tenga conto sia degli aspetti anatomici che funzionali, permette di individuare le cause del disturbo e di impostare un percorso riabilitativo personalizzato. La conoscenza approfondita dell’anatomia e della biomeccanica del polso, unita a una solida esperienza clinica, sono elementi essenziali per garantire l’efficacia dell’intervento fisioterapico e osteopatico.


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